Maddalena è un’opera commissionata dall’omonima Associazione Maddalena, i cui membri, dopo gli allestimenti nel 2003 e nel 2007 di Sacra terra del Ticino di Mantegazzi (evocativa delle radici del Ticino), e Guglielmo Tell di Rossini, altra storia svizzera, hanno serbato nel cassetto per anni il sogno di completare una sorta di trilogia operistica dedicata al territorio.
Dopo il successo editoriale dei due romanzi di Carlo Silini, le vicende del Mago di Cantone, sorta di mito fondante del Mendrisiotto, sono diventate il soggetto privilegiato per una nuova e coraggiosa impresa artistica, che ha il fine di creare un’opera che rappresenti le radici storico-culturali del Ticino.
La composizione, affidata a Thomas Trachsel, è per cinque cantanti lirici solisti, coro e orchestra di fiati, e si sviluppa con uno stile narrativo epico.
L’opera si intitola Maddalena, e la protagonista è certamente la giovane che porta lo stesso nome, ma è da ritenersi un dramma corale: attorno a lei si muovono i genitori Antonio e Barbara, gli affetti acquisiti di Lena e Tonio, i nobili, i briganti, lo stesso crudele Mago di Cantone: ognuno con le proprie debolezze e fragilità, che si rispecchiano nelle rispettive azioni, buone o cattive che siano.
Il messaggio finale è dunque di redenzione: anche per i crudeli c’è salvezza, che sia nella morte o che sia nell’amore.
La trama si sviluppa in una forma circolare, poiché inizia con Maddalena già adulta che assiste a una processione del tempo di Pasqua, per poi fare un salto indietro nel tempo e tornare a prima ancora della sua nascita. In un certo senso si sa già che la vicenda avrà un lieto fine, per quanto gli episodi che si susseguono siano drammatici.